Ernani FABIO ARMILIATO
Elvira JOHANNA KOSLOWSKA
Carlo ROBERTO FRONTALI
Silva ALBERT DOHMEN

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Co-produzione con l’Opera di Zurigo

Direttore DONATO RENZETTI
Regia di GRISHA ASAGAROFF
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Il nuovo millennio iniziava per me con grandi prospettive e la carriera cominciava a svilupparsi in Europa con grandi opportunità : mi aspettava il debutto a Nizza e Montpellier in FANCIULLA DEL WEST con la regia di Giancarlo Del Monaco e subito dopo ERNANI nel teatro della mia città. Ernani non l’avevo più ripresa dopo le recite all’Opera di Roma del 1989 e mi sentivo più maturo per affrontare l’impegnativo ruolo verdiano. Il nuovo allestimento era in co-produzione con l’Opera di Zurich e la regia era affidata a Grisha Asagaroff. Il direttore d’orchestra era l’amico Donato Renzetti che ritrovavo per la prima volta dopo la famosa TOSCA di Macerata. Il cast era composto dal barítono Roberto Frontali, il basso Albert Dohmen e il soprano Johanna Koslowska che sostituì all’ultimo minuto la prevista Silvie Valayre. La produzione ebbe un grande successo e alla prima vennero alcuni amici anche dall’estero che iniziavano a seguirmi con una certa frequenza. Uno di questi era John Briggs, pianista inglese e appassionato d’opera, che aveva anche la passione di riprendere le recite a cui assisteva con la sua videocamera portatile. E a lui che devo questa registrazione della prima di ERNANI al teatro Carlo Felice. Unica problema: il volo aereo che aveva preso da Londra ebbe un ritardo e John arrivò in teatro proprio a recita iniziata…non so come fece a entrare, ma potè iniziare le riprese solo prima della cabaletta d’ingresso di Ernani. Peccato…ma riuscii a recuperare un audio per completare l’inizio dell’opera con la parte mancante, che ho integrato in questo video con l’aiuto di alcune immagini fisse. Purtroppo non ho nel mio archivio nessun altro video di quest’opera verdiana che diede lustro, con la sua incalzante musica, a una storia di Victor Hugo che non ebbe mai grande successo teatrale nella versione in prosa, per la sua trama debole e sicuramente a tratti anche onestamente tutt’altro che memorabile.
La musica di Verdi l’ha resa immortale.
Buona visione.