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“ENIGMA IN TEMPO RUBATO”. INTERVISTA AL TENORE FABIO ARMILIATO. IL DOCU-FILM SULLA MISTERIOSA VITA DEL COMPOSITORE RODOLFO ZANNI.

La storia di Rodolfo Zanni, precocissimo musicista e compositore argentino di origini italiane è avvolta nel mistero. Trovato morto in un hotel a 26 anni, sepolto in terra sconsacrata, le sue spoglie furono trafugate. Ottanta opere scritte, quasi tutte scomparse nel nulla. 
Giuseppe Zanni, suo discendente, coinvolse il tenore Fabio Armiliato nelle ricerche per togliere i molti veli che nascondono la verità. Il risultato è il documentario Enigma in tempo rubato per la regia di Francesco Cordio girato nei luoghi in cui visse, compose e diresse colui che a ragione viene definito un Mozart argentino.





Come è stato coinvolto in questo documentario?

L’avvocato Giuseppe Zanni, cugino di Daniela Dessì il grande soprano genovese, mi chiese un giorno se conoscessi la storia del musicista italo-argentino RODOLFO ZANNI, suo lontano parente. Io avevo cantato molto in Argentina e conoscevo molti musicisti e musicologi, ma non avevo mai sentito parlare di questo Rodolfo Zanni. Attraverso alcune ricerche, scoprii che il musicista in questione era realmente esistito, aveva vissuto all’inizio del ‘900 a Buenos Aires e poi a Cordoba in Argentina e che era stato considerato un grande musicista e un bambino prodigio dalla critica dell’epoca. Fui incuriosito perché la storia mi era stata disegnata come un “giallo” a tinte davvero fosche: la musica di Rodolfo Zanni era infatti quasi totalmente sparita, nonostante la sua produzione fosse stata ricchissima: oltre le 80 opere composte ed eseguite durante la sua breve vita.- L’avvocato Zanni mi ha coinvolto nella ricerca e poi successivamente nella produzione del docufilm ENIGMA IN TEMPO RUBATO, che ricostruisce proprio tutte le ricerche compiute per riuscire a recuperare la musica perduta del musicista italo-argentino.


Il lavoro di ricerca si è svolto anche a Buenos Aires. Cosa ricorda di quei giorni?

Io ho sempre magnifici ricordi di Buenos Aires, sia negli anni che ho cantato al Teatro Colon, con indimenticabili produzioni in TOSCA, ADRIANA LECOUVREUR e soprattutto MEFISTOFELE con Samuel Ramey, ma il periodo delle riprese del film è stato molto particolare: un po’ per le difficoltà riscontrate nel trovare le informazioni e soprattutto perché era passato molto tempo dalla scomparsa del musicista, avvenuta nel 1927 e quindi non si potevano incontrare persone che avessero suonato le musiche di Rodolfo Zanni o che conoscessero di persona coloro che avevano suonato soprattutto nel famoso concerto del 16 ottobre 1922 al Teatro Colon…il tempio della Lirica argentino e mondiale. Abbiamo comunque fatto un ottimo lavoro e credo che tutto sia stato documentato benissimo nel film di Zanni, con la regia di Francesco Cordio.


Il tenore Fabio Armiliato



Lei ha cantato i brani conosciuti di Rodolfo Zanni. Cosa ne pensa? Che cosa le hanno trasmesso?

Sono brani per lo più giovanili e che ricordano il clima delle “Romanze da Salotto” in stile italiano. Molto interessante è la scelta armonica, in alcune composizioni, come LA SOLEDAD, che è a tratti veramente audace. È un peccato non avere in mano lo spartito dell’opera ROSMUNDA su libretto di Sim Benelli: coloro che avevano avuto l’opportunità di visionarlo in quel tempo, come per esempio Pietro Mascagni, erano rimasti impressionati e l’opera avrebbe dovuto debuttare in Italia, come testimoniato da alcuni articoli di giornale dell’epoca. L’opera invece è introvabile e speriamo sempre che i messaggi trasmessi attraverso il Film e la nostra attività, possano magari un giorno riportarlo alla luce.


Qual è l’ aspetto di questa vicenda misteriosa che l’ ha colpita di più?

Il mistero di questa persecuzione che il musicista ha subito per tutta la vita, che si è trasformata in una vera è propria “Damnatio memoriae”…. La sua produzione è stata cancellata o è andata persa per motivi misteriosi: anche le partiture acquistate dalla Città di Buenos Aires, come raccontato anche nel film, sono state rimosse dagli archivi. Un vero mistero. L’attacco alla creatività del genio umano è sempre un delitto contro l’umanità e per fortuna l’attenta indagine e l’impegno dell’avvocato Giuseppe Zanni, anche attraverso l’uscita del docufilm ENIGMA IN TEMPO RUBATO, sono riusciti a ridare almeno nuova vita al nome e al ricordo del compositore.



Teatro Colon Buenos Aires – (credits TuttoDanza Web)


 Secondo lei si riuscirà mai a scoprire la verità?

È molto difficile, visto che, come ho già accennato, sono passati tanti anni dai fatti accaduti. È già un miracolo il lavoro che è stato fatto e i messaggi che sono passati attraverso questa ricerca e anche attraverso il nostro lavoro di promozione. Se un giorno dovessimo riuscire a trovare una partitura completa di Rodolfo Zanni, almeno di una parte anche orchestrale, avremo modo ancora più di apprezzare questo genio incompreso e vessato, che ha ricevuto in vita per un certo periodo comunque grandi riconoscimenti ed onori, ma che poi è stato colpito da attacchi personali talmente forti, da portarlo anche ad una morte prematura a soli 26 anni.

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