Ci sono titoli più adatti di altri a porre in evidenza le qualità – o i limiti – delle varie componenti chiamate a dar forma ad uno spettacolo d’opera. Tra questi, certo, c’è «Adriana Lecouvreur» di Cilea, pagina esposta sotto il profilo della resa teatrale a sbandamenti in opposte direzioni (più facile peccare per eccesso, a ogni modo, che per difetto), e comunque scabrosa, quanto meno, sui versanti orchestrale e vocale. È importante ripensare, dunque, a come non dovrebbe essere una «Adriana», per sottolineare i meriti dell’allestimento nuovo prodotto dal San Carlo e andato in scena l’altro ieri in una sala attenta fino alla fine, a dispetto della temperatura tropicale. Vivace, infatti, risulta qui la regia (Lorenzo Mariani), compatta la compagnia di canto (con Daniela Dessì e Fabio Armiliato nei ruoli di punta) e intelligente la direzione d’orchestra (Renato Palumbo). Daniela Dessì nel ruolo del titolo dà prova di eccellente capacità di autogestione, e di una misura che giova alla qualità della resa. Fabio Armiliato non lesina slanci talora poco in linea con una condotta vocale, per il resto, disinvolta.
Stefano Valanzuolo IL MATTINO – 19 Giugno 2003
LSan Carlo, una splendida Adriana Lecouvreur
La raffinatezza dello spettacolo dovuto a Lorenzo Mariani, regista, a Nicola Rubertelli per i bozzetti e a Luisa Spinatelli per i figurini, rende l’Adriana il titolo meglio rappresentato dell’intera stagione….
Il tenore Fabio Armiliato, Maurizio di Sassonia, rinforza negli anni la voce portandola verso un “lirico spinto” spesso di bel timbro, ed è di grande sicurezza musicale. La coraggiosa Daniela Dessì, Adriana, si ebbe i complimenti della somma Renata Tebaldi e attende ancora le mie scuse: l’anno passato ella, nell’inaugurale Trittico dell’Opera di Roma, mi parve non avere le forze sufficienti per sostenere i tre ruoli di protagonista: come spesso accade, sbagliavo.
Paolo Isotta IL CORRIERE DEL MEZZOGIONO 19 Giugno 2003